Colpa dei cambiamenti climatici? Anche, ma
non solo.
Se
i meteorologi prevedono da tempo che sempre più il Mediterraneo si andrà
“tropicalizzando” con i fenomeni conseguenti (tifoni, piogge torrenziali,
trombe d’aria, ecc.) cosa fa l’uomo? Continua nella sua opera di negazione del
concetto di salvaguardia, tutela e protezione del territorio in cui vive:
attraverso l’occupazione di ampie superfici vergini, per garantire
“l’espansione delle città”, adottando atteggiamenti di emarginazione dei
problemi di salvaguardia del territorio, sempre più considerati solo fastidi,
impedisce, di fatto, il formarsi di una coscienza collettiva che possa in
qualche modo favorire una svolta in materia di gestione del territorio.
Inseguendo
costruzioni dissennate, non sostenendo finanziariamente le azioni virtuose di
chi potrebbe dare un segnale positivo in materia di tutela, adottando
comportamenti illegali nei confronti di norme specificamente emanate per
evitare o mitigare i disastri, si
lasciano nell’incuria totale ampie zone del territorio, le colline, i boschi, i
corsi d’acqua.
Oggi,
con il ripetersi delle alluvioni, si sta facendo strada tra i cittadini più
consapevoli la convinzione che l’impegno per la messa in sicurezza del
territorio sia l’unica grande opera di cui il nostro paese ha veramente bisogno
e, aggiungiamo, potrebbe creare posti di lavoro e produrre ricchezza vera.
Facciamo
un banale esempio: rendere remunerativo l’impegno per la pulizia dei boschi, degli
alvei dei torrenti, ecc. creerebbe posti di lavoro con cooperative che
rivendano il legname o gli sfalci raccolti a centri di compostaggio, centri di
lavorazione del pellet, o di legname, ecc.
Ci
appelliamo alle Amministrazioni, Comunali, Provinciali, Regionali e Statali affinché,
rinunciando anche a dare seguito a progetti già approvati, diano vita a
programmi di pianificazione che possano condurre ad un notevole abbattimento,
con l’obiettivo dell’azzeramento, dello sfruttamento edilizio del territorio, recuperando
l’esistente, già ampiamente sufficiente per la popolazione. Una semplice
indagine dimostra che anche nella nostra zona molte case costruite rimangono
vuote e invendute, molti capannoni inutilizzati e molti box auto, ultima moda
nelle costruzioni, invenduti dopo molto tempo.
E’
urgente uscire dalla logica perversa della sfruttamento economico del
territorio quale unica soluzione per garantire “il progresso” rigettando la vergognosa possibilità di risanare i
bilanci con gli oneri di urbanizzazione, considerando il territorio il più
importante bene comune che va preservato per tutti e non ceduto alla
speculazione di pochi.