Al Fezzano, comune di Porto Venere, è
presente dal 2001 un porticciolo turistico denominato “Marina del
Fezzano”. Il borgo del Fezzano è all'interno della diga foranea,
quindi del porto della Spezia, e le sue acque sono sotto la
giurisdizione dell'Autorità Portuale. La proprietà del Marina ha
presentato in A.P. un progetto di “Adeguamento Tecnico Funzionale”
al quale l'Associazione Posidonia (che ha avuto i documenti dietro richiesta all'A.P., documenti che sono a disposizione presso la sede dell'Associazione) ha presentato Osservazioni entro i
termini di legge. Questo progetto, che a nostro parere non rispetta le norme e le procedure di legge, appare anche paesaggisticamente molto invasivo e per nulla
rispettoso del luogo che verrebbe soffocato e asservito a questa sola
attività.
Alle Osservazioni hanno lavorato nostri
soci, principalmente Marco Grondacci, Giorgio Pizziolo, Gianfranco
Berghich (che è anche membro del Direttivo della sezione Lunense dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri), Gabriella Reboa e molti altri che hanno dato indicazioni,
consigli e supporto. Ha dato un importante contributo il nostro amico
Corrado Cucciniello dell'Associazione dei Comitati Spezzini. Le
Osservazioni sono poi state ritenute meritevoli di apprezzamento e
condivisione e hanno firmato con noi le Associazioni Legambiente e
ItaliaNostra. A tutti un sincero ringraziamento.
Fezzano
23 febbraio 2015
OGGETTO:
Osservazioni all'istanza per l'assentimento in concessione di un
ulteriore
specchio
acqueo presentata da Marina del Fezzano S.r.l. in data 4/12/2014
protocollo n. 16768
dell'Autorità
Portuale della Spezia
Le
presenti Osservazioni si dividono in Osservazioni Procedurali e
Osservazioni Paesaggistiche e si
sviluppano
seguendo i punti indicati:
Osservazioni
procedurali
1)
Relazione Tecnica e Relazione Paesistico-Ambientale allegate al
progetto presentato
2)
S.I.R. Pitelli. Rapporto ICRAM
3)
P.R.P.: ambito 2 “Seno di Panigaglia”. Cerchi di sicurezza dello
stabilimento GNL Italia
4)
P.R.P.: ambito 3 “Seno di Fezzano”
5)
P.U.C Comune di Porto Venere
6)
Legge regionale sulla VIA
7)
Linee guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
Osservazioni
paesaggistiche
8)
Viabilità
e inadeguato numero parcheggi
9)
Passerella in ghiaia cementata progettata lungomare e antica
viabilità
10)
Consumo di mare, mutamento del paesaggio, eliminazione dei coni
marini liberi e alterazione
dell'equilibrio
tra la terra e il mare
11)
Conclusioni
Le
presenti Osservazioni constano di n. 14 pagine con inserimenti di
immagini
Punto
1. Relazione Tecnica e Relazione Paesistico-Ambientale allegate al
progetto presentato
La
Relazione Tecnica e la Relazione Paesistico-Ambientale allegate al
progetto presentato sono molto scarne e per nulla esplicative dei
passaggi e degli studi eseguiti nell'elaborazione del progetto
stesso. Contengono informazioni molto generiche e sono pressoché
identiche.
Nella
Relazione Tecnica, ed anche in quella Paesistica, l'intervento viene
definito “Adeguamento Tecnico Funzionale del progetto autorizzato
con Decreto A.P, 3077 del 15.04.2009” e le modifiche sono definite
“”non sostanziali”. Riteniamo questa definizione riduttiva e
impropria visto che si tratta di un quasi raddoppio dello spazio a
mare in concessione (vedi punti 10 e 11 di queste Osservazioni).
Riteniamo inoltre che la dicitura “Adeguamento Tecnico
Funzionale..” potrebbe essere fuorviante, anche nei confronti degli
Enti e dei tecnici che devono accogliere e esaminare il progetto.
Vengono
poi descritte in modo sommario le Opere a mare giustificando il
progetto proposto sia come messa in sicurezza del seno del Fezzano
sia come adeguamento alle “sostanziali modifiche avvenute negli
ultimi anni nella composizione della flotta da diporto”. Non viene
citato nessuno studio e nessuna analisi statistica che convalidino
queste affermazioni.
Analogamente
si afferma che “la nuova configurazione non altera l'ecosistema
marino trattandosi di pontili galleggianti che non ostacolano il
naturale movimento delle acque” senza portare nessuno studio a
riprova di quanto affermato.
Nella
Relazione Tecnica si fa generico riferimento alle normative vigenti
solo per affermare che il Progetto presentato non confligge con esse
(vedi punti 3, 4, 5, 6 e 7 di queste Osservazioni)
Nella
Relazione Paesistico-Ambientale si valuta l'effetto conseguente alla
realizzazione dell'opera come nullo: “nessun effetto percepibile
(essendo la baia già caratterizzata con pontili galleggianti) sarà
conseguente alla realizzazione dell'opera”. Si tratta, ripetiamo,
di un quasi raddoppio dello spazio acqueo: 74.088,56 mq di progetto
contro i 39.571,02 attuali. Difficile pensare che non ci sarà
“nessun
effetto percepibile” (vedi punto 10 di queste Osservazioni).
Non
viene allegato nessuno studio di impatto ambientale né alcuna
relazione paesaggistica a supporto della creazione della “passeggiata
bordo banchina e collegata lungo il mare alla scala esistente a
margine della baia di Panigaglia”. Rispetto a tale opera si dice
solo che favorirà ulteriormente la “fruizione pubblica
(opportunamente regolamentata)” e si precisa quale materiale verrà
impiegato: “ghiaia cementata” (vedi punto 9 di queste
Osservazioni).
In
conclusione sugli aspetti paesaggistici si osserva che il documento
intitolato “Relazione Paesistico Ambientale”, non rispetta i
parametri della normativa di riferimento, il DPCM 12 Dicembre 2005.
Secondo il DPCM i criteri per la redazione della relazione
paesaggistica devono essere i seguenti:
-
lo stato attuale del bene paesaggistico interessato;
-
gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonché le
eventuali presenze di beni culturali tutelati dalla parte II del
Codice;
-
gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte;
-
gli elementi di mitigazione e compensazione necessari.
Deve
contenere anche tutti gli elementi utili all'Amministrazione
competente per effettuare a verifica di conformità dell'intervento
alle prescrizioni contenute nei piani paesaggistici urbanistici e
territoriali ed accertare:
-
la compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal
vincolo;
-
la congruità con i criteri di gestione dell'immobile o dell'area;
-
la coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica.
Punto
2 –
S.I.R.
Pitelli. Rapporto ICRAM
Nelle
relazioni presentate, Tecnica e Paesaggistica, non si fa nessun
riferimento al fatto che il progetto ricade all'interno della
perimetrazione del S.I.R. di Pitelli, sito per il quale è stato
presentato da Icram un dettagliato studio sugli inquinanti presenti.
Il
progetto di bonifica del Golfo della Spezia, redatto nel 2003/2004 da
Icram (oggi Ispra), contiene gli esiti analitici dei carotaggi
effettuati nei fondali della rada spezzina e la mappatura degli
inquinanti sino ad una profondità di -3 metri.
Per
l’ area interessata dal progetto lo studio riporta la presenza di
inquinamento da mercurio e da TBT rispettivamente agli strati 50-100
cm e 100-200 cm, come è possibile verificare nella prima immagine
I
nuovi moli galleggianti dovranno essere fissati al fondale con pali
vibroinfissi (come riporta la relazione). In quella zona il fondale
costituito da pelite sabbiosa e, ripetiamo, ricade nella
perimetrazione del SIR di Pitelli. Ogni intervento all’ interno di
detta perimetrazione deve scontare l' approvazione della Conferenza
dei Servizi gestita dalla Regione essendo il Comune di Porto Venere
sotto gli 8.000 abitanti.
L’area
dedicata alla nautica da diporto, come risulta dalle immagini 2 e 3
ricade su due aree ad alta tossicità: il seno del Fezzano (metalli
pesanti e TBT) e quello di Panigaglia (Cadmio, IPA, Cobalto, Stagno).
Si
fa inoltre notare che l’ ampliamento previsto dal progetto favorirà
un incremento del traffico nautico in uno specchio di mare i cui
fondali risultano particolarmente inquinati e dove Icram – ben 11
anni orsono- raccomandò di intervenire con celerità o quanto meno
in modo prioritario.
E’
dunque necessario tenere nel giusto conto l’ incombenza di tale
raccomandazione.
Punto
3 P.R.P.: Ambito 2 “Seno di Panigaglia”. Cerchi di sicurezza
dello stabilimento GNL
Italia
Il
Piano del Porto attualmente in vigore nella costa occidentale del
Golfo è quello del 2006. Per l'ambito 2 “Seno di Panigaglia” è
scritto: “E' eliminata la compatibilità di una funzione nautica da
diporto, anche se ubicata in zona esterna al “cerchio di danno”
dell’impianto di rigassificazione esistente, in quanto comunque
interessata da possibili rischi collaterali, così come previsto nel
decreto di approvazione del Ministero dell’Ambiente”.
Il
confine tra la superficie di mare richiesta in concessione, lato sud,
si sovrappone esattamente alla
linea
di demarcazione del Seno di Panigaglia e ha una distanza minima di
272, 95 metri dal pontile di ormeggio della gasiera e quindi dalla
gasiera stessa. Il Piano di Emergenza Esterna dello stabilimento di
Panigaglia non contempla il rischio derivante dalla nave gasiera in
fase di scarico.
La
Capitaneria di Porto di Chioggia nel “Regolamento di sicurezza e di
polizia marittima del terminale marino Adriatic LNG” definisce Zona
di Sicurezza un'area di forma circolare avente centro in
corrispondenza del centro del terminale e raggio di 2000 metri entro
la quale sono vietati il transito, l'ancoraggio, lo stazionamento, la
pesca, le attività subacquee e qualsiasi altra attività.
Negli
Stati Uniti il Sandia Report definisce Area coinvolta in caso di
incidente una prima area circolare di 930 metri di raggio in cui, con
un'esposizione di 17 secondi, prende fuoco la carta e una seconda
area di raggio 1900 metri in cui un'esposizione di 30 secondi causa
ustioni di secondo grado.
Punto
4. P.R.P Ambito 3 “Seno di Fezzano”.
“Il
P.R.P. propone la conservazione delle funzioni esistenti e ne
promuove lo sviluppo ed il consolidamento, vincola specchi acquei
interni alle attività diportistiche ed artigianali, con possibilità
di installazione di strutture galleggianti, pontili a giorno, ecc.”
La
Tavola A.03 del P.R.P. vigente riportata sotto definisce le
dimensioni degli “specchi acquei destinati allo sviluppo di
strutture galleggianti per la nautica da diporto e funzioni
compatibili” interni alla baia del Fezzano: l'area più grande,
quella davanti al porticciolo Marina del Fezzano si protende per 200
metri verso il largo ed ha una larghezza massima di 258,70 metri. Il
progetto presentato ha dimensioni ben diverse: ha una estensione
perpendicolare alla costa di 270 metri e una estensione parallela
alla costa per 326 metri circa più ulteriori 180 del pennello
frangiflutti.
Il
Progetto di adeguamento tecnico funzionale è perciò in conflitto
con il vigente P.R.P.
Punto
5 – PUC Comune di Porto Venere – Ambito R3.2 Abitato Fezzano est
Leggiamo:
“L'obiettivo
della disciplina è quello di mantenere sostanzialmente immutati i
caratteri complessivi dell'insediamento in quanto vi si riconosce
l'espressione di un linguaggio coerente ed un equilibrato rapporto
con il contesto ambientale.
Sono
consentiti interventi di limitata modificazione delle preesistenze e
di contenuta integrazione dell'insediamento purché nel rispetto dei
caratteri peculiari della zona e dei suoi rapporti con l'ambito
paesistico”.
Gli
strumenti urbanistici dei Comuni si occupano del territorio
disciplinandone l'uso e le destinazioni. Fanno correttamente
riferimento, come in questo caso, al “contesto ambientale” e a
“l'ambito paesistico” riconoscendo al paesaggio una valore
sovraordinato.
La
Convenzione Europea del Paesaggio all'articolo 2 precisa: “La
presenta Convenzione si applica a tutto il territorio delle Parti e
riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa
comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne
sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i
paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati”.
Al
paesaggio è riconosciuta una tale importanza per la vita dei
cittadini da essere diventato centro di un articolo, l'articolo 9
della nostra Costituzione: “La Repubblica … tutela il paesaggio e
il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Il
degrado già presente nel nostro Golfo non può essere scusante per
l'inserimento di opere che lo consoliderebbero e aggraverebbero.
Il
Progetto presentato confligge quindi con il P.U.C. del Comune di
Porto Venere laddove è posto come valore fondante il “rapporto con
il contesto ambientale” e il “rapporto con l'ambito paesistico”.
Punto
6 - Legge regionale n. 38 del 30 dicembre 1998. Disciplina della VIA
Il
progetto proposto è una modifica di porto turistico e rientra quindi
nei casi previsti dalla Legge Regionale n. 38/1998 che disciplina
l'applicazione della VIA.
Nell'allegato
2 della suddetta L.R. alla lettera h) si afferma che sono opere e
impianti sottoposti a VIA Regionale i “Porti turistici e da diporto
quando lo specchio d'acqua è superiore a 10 ha (100.000 mq) o le
aree esterne interessate superano i 5 ha oppure i moli sono di
lunghezza superiore ai 500 metri. Nel progetto di ampliamento
presentato il molo frangionde galleggiante esterno è lungo 506,76
metri + un tratto di 160 metri perpendicolare a questo e in soluzione
di continuità con questo. Quindi il progetto presentato può essere
classificato, considerate le dimensioni dell’intervento. come un
progetto nuovo sottoponibile a VIA Ordinaria.
Anche
se non fosse applicabile l’allegato 2 sopra citato si osserva che
alla lettera 10e) allegato 3 alla legge citata, si considerano
sottoponibili a procedura di Verifica di VIA gli ampliamenti di porti
esistenti. Per applicarsi la procedura di Verifica occorre rispettare
il concetto di modifica sostanziale degli impianti/attività
esistenti così come definito dalla norme tecniche attuative della LR
citata. La DGR 394 del 1999 afferma che costituisce modifica
sostanziale l’ampliamento di porti di cui alla lettera 10e) in
quanto “variazione dello specchio acqueo interessato”.
Infine
la lettera 10j dell’allegato 3 alla citata LR afferma che la
procedura di VIA si applica alle “Opere costiere destinate a
combattere l'erosione e lavori marittimi volti a modificare la costa
mediante la costruzione, per esempio, di dighe, moli, gettate e altri
lavori di difesa dal mare”. Nella Relazione Tecnica allegata al
progetto è scritto: “Lo scopo primario del progetto è quello di
mettere in sicurezza tutte le strutture presenti nella baia dal moto
ondoso proveniente da Sud e Sud-est”. Si tratta quindi, oltre alle
altre finalità sopra esposte, sotto il profilo della applicabilità
della VIA, di un intervento (moli) a difesa dal mare.
La
costruzione della “passeggiata di uso pubblico” si configura come
una modifica della costa trattandosi di gettata in ghiaia cementata
lungo gli scogli e la piccolissima spiaggetta esistente che, secondo
quanto si vede nella Tavola 06, verrà del tutto coperta. Sulla
questione della passeggiata si veda punto 9 di queste Osservazioni.
Punto
7 – Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
Il
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha fissato dei principi per
stabilire quando un progetto si configuri come semplice adeguamento
tecnico funzionale e quando invece si configuri come variante al
Piano Regolatore Portuale.
I
parametri principali di queste Linee Guida applicabili all'intervento
in oggetto sono:
-
l'adeguamento
tecnico deve mantenere la stessa destinazione funzionale. Questo
parametro è rispettato perché rimane l'uso turistico urbano
-
le
modifiche, pur non producendo nuove destinazioni funzionale, non
devono modificare in modo sostanziale i singoli elementi panificati
in modo né assoluto né relativo. Questo parametro appare messo in
discussione dal progetto che stiamo esaminando considerato che si
parla di pontili frangionde ad alto dislocamento, cioè di modifiche
rilevanti nella forma e nella lunghezza dei moli
-
le
modifiche proposte non devono produrre nuovi carichi urbanistici e
ambientali. Il progetto presentato prevede un notevole ampliamento
della concessione demaniale a mare, quasi un raddoppio, e la
costruzione di nuovi moli per 751,76 metri lineari. Rappresenta
quindi un carico urbanistico e ambientale notevole, come meglio
specificato ai punti 10 e 11 di queste Osservazioni.
Il
Progetto presentato si configura quindi come variante al vigente
P.R.P. e come tale deve essere assoggettato a VAS.
Non
solo ma sotto il profilo più generale relativamente alle
prescrizioni di attuazione del PRP ambito per ambito, si osserva che
il Consiglio Regionale nella delibera di approvazione del PRP, sulla
base della definizione del PRP come Piano quadro, aveva stabilito che
che per ogni ambito deve essere presentato uno Strumento
Urbanistico Attuativo (schema
di assetto urbanistico) che definisca a livello puntuale le
destinazioni funzionali dei diversi ambiti del PRP compreso quello
del porto commerciale (ambito 6). Ognuno di questi strumenti
urbanistici deve quindi essere oggetto di valutazione specifica del
relativo impatto ambientale per ambito e per somma di ambiti.
Quindi
sotto il profilo procedurale:
1.
gli ambiti di
attuazione del PRP devo essere rivalutati sotto il profilo della
sostenibilità come fossero strumenti urbanistici e non insieme di
progetti
2.
bisogna
valutare in particolare il rischio di impatto
cumulativo che
potrebbe determinarsi tra i diversi ambiti.
Non
risulta che per l’ambito interessato dal progetto oggetto delle
presenti osservazioni sia stata seguita la suddetta procedura. Questo
renderebbe ancor più necessaria una procedura di verifica di VAS a
prescindere dalla questione sopra esposta della variante al PRP.
Punto
8 – Viabilità e inadeguato numero parcheggi
La
viabilità di accesso al porticciolo (tratteggio in rosso
nell'immagine) si diparte dalla strada napoleonica per Porto Venere,
attraversa una parte di via Gallotti e passa attraverso la località
Valletta, un agglomerato storico del paese del Fezzano con presenza
di unità edilizie riconosciute con valori testimoniali dal P.U.C. Lo
stesso P.U.C. riconosce come valori “quelli architettonici propri
del patrimonio storico. In particolare costituiscono elementi di
valore da sottoporre a particolare tutela i caratteri storici
dell'edificato”.
La
variante al P.T.C. della costa al capitolo 6 (D.G.R. n. 936 del
20.07.11) relativamente alla viabilità prevista per i porti
turistici scrive: “Dal punto di vista funzionale è sufficiente che
essi siano collegati al sistema viario esterno in modo tale da
evitare intralci e punti di conflitto con la viabilità esistente”.
La
viabilità esistente, proprio per il valore storico e paesistico dei
luoghi attraversati, non è in grado di sopportare un carico
ulteriore di traffico né un numero più elevato di parcheggi.
Il
progetto presentato prevede di mantenere inalterato a 238 il numero
di posti barca prevedendo numero di parcheggi pari a 143, cioè al
60% dei posti barca. Se anche il numero dei posti barca rimanesse
realmente invariato, già così il numero di parcheggi sarebbe
totalmente inadeguato. Si verificano frequentemente ogni estate
situazioni di disagio per gli abitanti con macchine che non trovano
posto nel piazzale del porticciolo e vengono parcheggiate
all'esterno, in paese, in modo disordinato sopra i marciapiedi con
disagi per gli abitanti e i frequentatori del luogo. La situazione
sarebbe aggravata dall'aumento delle dimensioni delle barche e quindi
dall'aumento sia del numero dei componenti l'equipaggio sia del
numero di passeggeri. Si fa poi notare che il campo sportivo non è
aperto durante tutta la stagione estiva ma solo durante due momenti,
della durata di pochi giorni ciascuno, in cui c'è maggior afflusso
di visitatori in paese con conseguente necessità di parcheggi: in
occasione della festività del Patrono e in occasione della festa
della Borgata Marinara.
Pertanto
gli 11 parcheggi che il Piano prevede nel Campo sportivo non possono
essere conteggiati rendendo ancor più inadeguato il numero di
parcheggi previsti.
Punto
9 – Passerella in ghiaia cementata progettata lungomare e antica
viabilità
Il
progetto di Adeguamento tecnico-funzionale presentato dal Marina del
Fezzano propone, tra le altre cose, la creazione di una passeggiata a
mare, costituita da una banchina in cemento armato con piano di
calpestio in ghiaia cementata della larghezza di circa quattro metri
Questa
passeggiata, partendo dall’attuale passerella che unisce la
terraferma con i pontili, si prolunga lungo la costa fino ad arrivare
sotto l’edificio di proprietà Snam (GNL Italia) denominata “Ca’
Bertocchi” per congiungersi, infine, con una scalinata collegata ad
un percorso pedonale preesistente che si trova ad una quota più alta
di circa tre metri
Il
lembo di costa in esame oggi risulta essere caratterizzato da macchia
mediterranea e da piccole calette composte da spiagge in ghiaietto e
ciottoli raggiungibili via terra attraverso l’antico percorso
pedonale citato pocanzi
A
livello paesaggistico esso rappresenta uno dei pochi tratti di costa
ancora perfettamente conservati
nella
loro conformazione originale presenti nel ponente del golfo della
Spezia. La creazione di questa banchina, oltre che cancellare
completamente il delicato ecosistema marino, snaturerebbe anche
l’immagine della punta deturpandone irrimediabilmente la linea di
costa.
Questo
intervento, inoltre, sarebbe in contrasto con quanto dichiarato dai
progettisti nella relazione
tecnica
e paesistica del progetto in esame in cui si legge che “nessun
effetto percepibile… sarà conseguente alla realizzazione
dell’opera” che
anzi ne migliorerà “l’aspetto
paesistico ed ambientale”.
La
sua creazione inoltre risulterebbe anche in contrasto con il PUC
vigente nel Comune di Portovenere. Infatti questo tratto di costa si
trova compreso nel sub ambito R3.6 da cui si può evincere che l’area
in oggetto “ha
eminente valore paesistico” dove
“obiettivo
è quello di conservare inalterata … la situazione attuale per
quanto riguarda i rapporti quantitativi e qualitativi tra
l’insediamento esistente e il contesto paesaggistico nel quale esso
si colloca”.
Si
ricorda che la viabilità costiera che collegava La Spezia con
Portovenere prima del XVIII° secolo, cioè prima della costruzione
della strada napoleonica, attraversava la baia di Cadimare fino ad
arrivare tramite una breve salita a Fezzano alto. Da qui riscendeva a
mare, passando attraverso gli edifici della “Valletta” sotto un
archivolto ancora esistente (mappale 283 nella mappa catastale del
1967), per poi proseguire verso punta Gambarello. attraversando
l’attuale Marina del Fezzano. Con la militarizzazione della baia di
Panigaglia conseguente alla costruzione della polveriera e,
soprattutto, dopo la costruzione del rigassificatore, il sentiero ha
perso la sua funzione di collegamento con Punta Pezzino, e quindi con
Le Grazie e Porto Venere, rimanendo come valore testimoniale per un
breve tratto che, attraversando una proprietà privata, giungeva fino
al confine del territorio Snam. Fino alla fine del secolo scorso nel
tratto immediatamente successivo all'archivolto il sentiero
costeggiava la parte posteriore del Cantiere che aveva sede nella
parte est dell'abitato del Fezzano, dove ora ha sede il Marina del
Fezzano. In questo breve tratto il percorso è stato deviato più
volte per la costruzione di infrastrutture ad opera prima del
cantiere navale e poi, dopo il 2001, della Marina del Fezzano.
La
definitiva collocazione del sentiero, ad uso esclusivamente pubblico,
come descritto nel PUC, avvenne dopo la costruzione del nuovo
capannone, deviando il percorso più a monte sul confine della
proprietà della Marina. Al punto R3.3 del PUC del Comune di Porto
Venere, ambito Fezzano parte est, indirizzo Riqualificazione,
leggiamo: “In origine l'area era attraversatra dalla strada verso
Panigaglia in continuità con la provenienza dai nuclei storici del
Fezzano; la crescita del Cantiere ha inglobato l'area della strada
deviandola dietro la massiccia costruzione principale”. (La
situazione riportata nell'immagine è quella del 2000)
Da
questo punto in poi il sentiero, costeggiando le mura del giardino
della villa che domina la punta, si immetteva nel terreno oggi di
proprietà GNL Italia.
Nel
2007 il Comune di Porto Venere ha firmato con la GNL Italia una
Convenzione per un “Intervento di recupero paesistico-ambientale di
aree demaniali marittime ed annesse aree GNL Italia ubicate in
località Panigaglia” con la quale la società si impegna “a
concedere in comodato gratuito a favore del Comune l'area di circa
2432 mq prospiciente e sottostante l'immobile denominato Ca'
Bertocchi”. Nell'ambito di questo intervento di recupero è stata
costituita anche una servitù permanente di passaggio pubblico per la
parte di sentiero che attraversa la proprietà privata.
Questo
percorso, che ricalcherebbe a tre metri di quota la passeggiata in
progetto, presenta ancora intatto naturalisticamente e
paesaggisticamente quello che doveva essere l’assetto dell’antico
percorso.
La
creazione di una nuova passeggiata direttamente sulla costa,
renderebbe obsoleto l’antico tratto viario riducendone, quindi, la
fruibilità e l’importanza. Difatti esso rappresenta un “unicum”
ancora perfettamente conservato di un tratto di percorso che
collegava La Spezia con Portovenere, ricco di potenzialità
naturalistiche, storiche e paesaggistiche che dovrebbero, invece,
essere potenziate.
Il
sentiero esistente sopra la progettata passerella deve essere
mantenuto come passeggiata pedonale pubblica di tipo naturalistico
dalla quale accedere alle spiaggette sottostanti, riguadagnando cosi
una balneabilità perduta, o perlomeno, visto che si tratta di area
interna alla diga foranea, a una zona a disposizione dei cittadini
per l'elioterapia.
Punto
10
Consumo
di mare, mutamento del paesaggio, eliminazione dei coni marini liberi
e alterazione
dell'equilibrio
tra la terra e il mare.
Il
progetto presentato prevede un quasi raddoppio dello spazio a mare in
concessione e si configura come un vero e proprio consumo di mare.
Già con la situazione attuale la baia del Fezzano è quasi
scomparsa, è evidente dall'immagine l'alterazione dell'equilibrio
tra la terra e il mare.
Già
ora i pontili si protendono verso il centro del Golfo e si allungano
davanti al paese che appare soffocato e privato del suo rapporto,
anche visivo, con il mare.
Sono
sempre più esigui i tratti di costa liberi da attracco natanti, e
sempre più ristretti i “coni marini”, materiali e visivi, liberi
da imbarcazioni, dove il rapporto terra/mare è ancora diretto,
ecologicamente garantito, paesisticamente attivo sia da terra che da
mare.
Il
mantenimento dei “coni marini” è invece una condizione che deve
essere assolutamente garantita, non per una sua difesa astratta o
ideologica, ma per potere consentire, ad abitanti ed utenti
(turisti), un rapporto terra/mare di cui siano protagonisti e
sperimentatori diretti in ogni stagione dell’anno, nella logica di
potere fruire di un “Ambiente di Vita” ricco e qualificato.
Tale
condizione, sempre più rara ovunque, ma in particolare entro il
Golfo della Spezia, va garantita per il suo valore economico ed
ecologico, proprio perché bene sempre più prezioso ed introvabile.
Punto
11 – Conclusioni
L'intervento
proposto altera totalmente i rapporti tra Borgo, costa e mare
introducendo un'opera che si configura come una gigantesca
urbanizzazione a mare, di dimensioni che saranno più grandi del
Borgo
stesso, protraendosi in mare oltre il profilo delle coste. Diventerà
prevalente, se non totale, l'alterazione dell'equilibrio, sia nei
confronti della costa che del Golfo, Golfo che nonostante tutto
mantiene elementi di grande rilevanza paesistica.
L'entità
e la collocazione geografica e strategica di questo intervento
renderebbero il Borgo totalmente subalterno e succube del nuovo
porto, non solo sotto il profilo paesistico e dell'ambiente di vita,
ma anche sotto il profilo dei servizi, del traffico e, più in
generale, dell'intera economia turistica. Quest'ultima sarà
condizionata completamente dal mega-porticciolo, creando per il paese
una dipendenza sia paesistica che economica.
Per
quanto detto in questo e nei punti precedenti l'intervento non può
essere definito “adeguamento tecnico funzionale a un progetto
autorizzato” ma, per la sua natura, collocazione e entità si
tratta di un Nuovo Progetto. Come tale costituisce variante al P.R.P.
ed è assoggettabile a VAS.
Per
tutti i motivi sopra esposti osserviamo che la procedura semplificata
ai fini della valutazione e approvazione del progetto in oggetto non
corrisponda a quanto previsto dalla vigente normativa in materia.
Chiediamo
quindi l’avvio di una nuova procedura secondo gli indirizzi sopra
esposti.
Firmano:
Per
Associazione Posidonia il Presidente Gabriella Reboa
Per
Associazione Comitati Spezzini il Presidente Corrado Cucciniello
Per
Associazione ItaliaNostra onlus La Spezia il Vice Presidente Serena
Spinato
Per
Istituto Internazionale Studi Liguri Sezione Lunense il Presidente
Eliana M. Vecchi
Per
Associazione Legambiente Liguria onlus il Vice Presidente Stefano
Sarti
Nessun commento:
Posta un commento