giovedì 27 marzo 2014

La nave dei veleni arrivata in America

I cittadini della Spezia hanno finalmente saputo la verità sul carico che è partito dal Porto Militare sulla Pacific Egret, vicenda oggetto del post precedente, la Nave dei veleni. La hanno saputa non dalle istituzioni cittadine, che continuano a tacere, ma da un comunicato congiunto dei Governi americano e italiano: si è trattato di ben 74 chili di uranio arricchito e plutonio. La nave ha sbarcato il suo carico nel South Carolina e sta ora facendo ritorno in Inghilterra.
L'operazione è iniziata a gennaio quando dal nord Italia il materiale è stato trasferito vicino Roma in uno stabilimento della Sogin per un preliminare trattamento di stabilizzazione, da lì poi verso La Spezia dove è stato imbarcato. Buona parte dell'Italia è stata interessata da questi passaggi senza che fosse data nessuna informazione alla popolazione sui possibili rischi e sui comportamenti da tenere. Solo grazie all'attenzione degli abitanti di Marola il caso è venuto alla luce facendo emergere in tutta la loro gravità le mancanze delle nostre Istituzioni, mancanze elencate QUI da Marco Grondacci.
Continuiamo a seguire il caso



lunedì 24 marzo 2014

La nave dei veleni

Stiamo seguendo da ormai tre settimane i racconti e i commenti sul passaggio in città, nella notte tra il 3 e il 4 marzo, di tre tir che trasportavano materiale radioattivo, materiale imbarcato all'interno dell'Arsenale Militare su una nave partita subito per non si sa quale destinazione. Stiamo seguendo in particolare gli articoli su Il Secolo XIX, il blog dell'associazione MuratiVivi di Marola, primi e diretti spettatori di quanto è accaduto sotto le loro case, e il blog di Marco Grondacci.
Oggi vogliamo riassumere e commentare le dichiarazioni rilasciate dai massimi rappresentanti delle istituzioni spezzine e anche da ministri della Repubblica.
Il giorno 4 marzo il Prefetto Forlani dichiara di non avere “intenzione di comunicare nulla su questa questione”. Il Sindaco della Spezia Federici dichiara di non avere “nessuna maggior informazione in proposito. I sindaci sono coinvolti solo se vi sono rischi per la popolazione o in caso di incidenti nel corso di trasporti speciali”.
Dalla Marina Militare: “Non è una nostra operazione, ci siamo solo limitati a mettere a disposizione un molo e a fornire appoggio logistico come ci è stato richiesto». DaI Ministero della Difesa, uffici del Ministro Roberta Pinotti: ”I nostri mezzi e i nostri uomini hanno solo dato supporto logistico su richiesta del ministero dell’Interno, che ha coordinato tutte le fasi di questo intervento. Non sappiamo nulla di più e questo è tutto ciò che possiamo comunicare».
Finalmente il 7 marzo, grazie alla protesta crescente in città e ai numerosi articoli usciti sui giornali, il Prefetto fornisce alcune informazioni sul trasporto e rilascia dichiarazioni a sostegno della segretezza. Il Prefetto informa che si è trattato di trasporto “stradale e marittimo di sostanze fissili non irraggiate per usi civili provenienti da un deposito nazionale” Precisa che “l'operazione è avvenuta nel totale rispetto della normativa nazionale ed internazionale in materia di sicurezza e protezione civile” Sulla mancata informazione alla popolazione afferma che “gli obblighi di informazione secondo le prescrizioni del DPCM 10 febbraio 2006, par.5. vanno garantiti nei confronti della popolazione interessata soltanto nel caso di incidente durante il trasporto che comporti un'emergenza radiologica”.

venerdì 14 marzo 2014

Il Golfo dei veleni

L'Associazione Posidonia incontra sabato 15 marzo alle ore 17 la giornalista e scrittrice spezzina Sondra Coggio per parlare con lei del suo ultimo libro, Il Golfo dei veleni. Ci aiuteranno in questa conversazione Fabio Nardini, editore del libro, Marco Grondacci, ricercatore in Diritto Ambientale e Paolo Varrella Presidente di Legambiente La Spezia. Sondra Coggio collabora con Il Secolo XIX ed ha al suo attivo libri tratti dalla cronaca e dalla storia spezzina. Nel libro-inchiesta “Il Golfo dei veleni“, (Cut- Up Edizioni, Collana Spezie) ripercorre i fatti che portarono alla morte del Capitano Natale De Grazia proprio quando stava indagando sulle “navi dei veleni”, le carrette piene di rifiuti tossici fatte affondare nel Mediterraneo. Molte di queste carrette sono partite o transitate dai moli del porto della Spezia, hanno lasciato nel nostro Golfo un po' dei loro veleni e sono poi affondate in circostanze e in luoghi non ancora del tutto chiari. Nel corso di queste indagini De Grazia, in viaggio dalla Calabria alla Spezia, venne avvelenato nel 1995. Dopo un tentativo di archiviare questa morte come “naturale” e dopo che sono stati desecretati gli atti su quello che ormai viene definito l'omicidio dell'ufficiale, anche grazie alle testimonianze di pentiti di mafia, si sono riaperte le indagini.
Il libro della Coggio ripercorre puntualmente le dichiarazioni dei pentiti e gli atti delle Commissioni Parlamentari che si sono occupate delle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, atti nei quali il nome della nostra città ricorre ossessivamente.
Da qualche settimana il Capitano Natale De Grazia è cittadino onorario della Spezia. Se “onorario” è titolo attribuito a persona “degna di essere onorata”, il libro di Sondra Coggio rende a De Grazia l'onore più alto, quello della memoria.

mercoledì 5 marzo 2014

RIPRENDIAMOCI LA CITTA'




Il nostro Golfo è diventato, da molti anni, un contenitore di fonti di inquinamento che causano gravi problemi alla nostra salute. Siamo la provincia che "vanta" la maggior percentuale al mondo di tumori legati all'amianto, abbiamo altissime percentuali di malattie dell'apparato respiratorio, dall'asma ai tumori polmonari, e altre patologie quali ictus e disturbi cardiaci riconducibili a fattori inquinanti.
Nonostante queste evidenze i cittadini che protestano, contro le discariche, le bonifiche finte e mai risolutive, le polveri dell'Enel, i veleni sotterrati ovunque, ecc., vengono accusati di fare allarmismo, di essere contro la “modernità” e contro i lavoratori. 
In realtà questi cittadini difendono e riaffermano valori sanciti dalla nostra Costituzione nella quale il lavoro, la salute e la sua tutela, sono oggetto di importanti articoli.
La nostra Costituzione con straordinaria modernità, all'articolo 32 sancisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività tutelato dallo Stato.
All'articolo 41 sancisce che l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
Con questo articolo la Carta Costituzionale riafferma la preminenza assoluta al diritto alla salute di cui all’art. 32 citato sopra.
Dunque la tutela della salute dei cittadini (e quindi anche dei lavoratori), della loro integrità psico-fisica, assurge al rango di diritto fondamentale, sovraordinato a tutti gli altri diritti previsti dalla Costituzione.
Anche la Corte Costituzionale, con sentenza n. 399 del 1996, ha sottolineato con forza che “la salute é un bene primario che assurge a diritto fondamentale della persona ed impone piena ed esaustiva tutela, …...... La tutela della salute riguarda la generale e comune pretesa dell’individuo a condizioni (di vita, di ambiente e di lavoro) che non pongano a rischio questo suo bene essenziale”
 
Per chiedere verità, giustizia e rispetto della nostra Costituzione l'Associazione Posidonia ha aderito alla manifestazione di sabato 8 marzo