“Ci sono ambienti dell'economia e della società civile cittadina affezionati alla lamentazione e al mugugno, una "cultura" che rischia di essere letale con le sue tossine di rassegnazione e accidia.
Questo, e altro, scrive il Sindaco Massimo Federici nel suo
messaggio ai cittadini della Spezia.
Federici non è un unicum ma è espressione della casta dominante nel Golfo e nella Provincia, espressione di quella “cultura” che, con le sue tossine di autoreferenzialità, supponenza e antidemocraticità da molto tempo considera i cittadini sudditi che devono essere svegliati dal letargo solo quando devono votare.
Federici non è un unicum ma è espressione della casta dominante nel Golfo e nella Provincia, espressione di quella “cultura” che, con le sue tossine di autoreferenzialità, supponenza e antidemocraticità da molto tempo considera i cittadini sudditi che devono essere svegliati dal letargo solo quando devono votare.
A Federici hanno magistralmente
risposto Rino Tortorelli e Marco Grondacci con argomentazioni che condividiamo
in toto.
Vogliamo aggiungere qualche
considerazione rapportata al comune di Porto Venere.
Dichiariamo di essere orgogliosi delle accuse che
usualmente ci vengono rivolte, cioè di essere sempre ostili, di essere mugugnoni
senza essere costruttivi, di essere faziosi,
di spargere fango, di non condividere per partito preso le
politiche poste in atto sul territorio, ecc.
Tutte queste accuse derivano
dalla nostra esigenza di:
-
volere che venga valorizzata, come un bene
essenziale per la qualità della vita, la partecipazione che, nonostante la
cappa opprimente in cui siamo costretti a vivere, molti cittadini cercano di
praticare e allargare
- volere
che questa partecipazione venga effettivamente praticata dall’amministrazione
con chiare e condivise metodologie di attuazione e non con episodici e devianti
interventi (per esempio il Percorso partecipativo sull’Olivo divenuto poi
Percorso di ascolto attivo)