Seconda puntata. La Porto
Venere Sviluppo Srl
L’argomento di questo post è la Portovenere
Sviluppo e Valorizzazione Immobiliare Spa trasformata dall’attuale
amministrazione in Porto Venere Sviluppo Srl. La vicenda è complessa e i punti
che vogliamo portare all’attenzione dei cittadini sono molti, per questo motivo
la trattazione si è dilatata e abbiamo scelto di pubblicare una sintesi, divisa
in tre parti, rimandando chi fosse interessato a conoscere l’intera vicenda
alla lettura di una pagina correlata.
Tutti i dati riportati sono desunti da
verbali di Consiglio Comunale, Deliberazioni di Giunta e di Consiglio,
registrazioni di pubblici dibattiti, visure camerali e norme legislative, a
disposizione di chiunque volesse prenderne visione.
Parte prima: La
nascita della società
Nel 2006, quando era sindaco del
comune di Porto Venere Salvatore Calcagnini, è stata istituita la società per
azioni Porto Venere Sviluppo e Valorizzazione Immobiliare S.p.a. con i seguenti
compiti:
- la costruzione di parcheggi al Fezzano,
- il Centro di Educazione Ambientale di Porto Venere
- il completamento dei parcheggi e area verde in località
Cavo a Porto Venere.
Un quarto
intervento era già presente nell’elenco dei Progetti Prioritari del Parco
Naturale:
- i lavori di ristrutturazione del Centro di Educazione
Ambientale dell’isola Palmaria.
Alla creazione di questa società
erano state rivolte molte critiche e osservazioni da parte di cittadini, in
particolare dal gruppo de I Cantieri dell’Urbanistica Partecipata che definiva
la Spa uno strumento che avrebbe sottratto alla popolazione la proprietà del
patrimonio pubblico trasferendolo ad una società che avrebbe agito con logiche
puramente aziendali. La natura giuridica della Spa, pur essendo l’unico socio
il Comune di Porto Venere, non garantiva la non immissione del patrimonio
pubblico sul libero mercato e non metteva al riparo la Società da azioni
speculative. Si metteva in evidenza anche che la popolazione non era
consapevole delle modifiche intervenute sulle sue proprietà comunali, il che
testimoniava di come l’operazione fosse avvenuta senza la necessaria
trasparenza.
Le motivazioni che hanno portato
alla costituzione della società sembravano derivare dalla volontà di tessere
una rete di “affari” senza rispondere alle esigenze di tutelare il “bene
comune”. Inoltre questa decisione è stata presa senza una adeguata informazione
e partecipazione dei cittadini che sono stati così esclusi dalla gestione del proprio
territorio. L’unica logica con cui si proponeva di gestire per mezzo della
società il bene comune rispondeva unicamente non all’interesse collettivo ma
alla logica aziendale legata al mercato.
Nella primavera 2008 è iniziata
la campagna elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione e nel programma del
PD veniva tra l’altro proposta la “revisione dell’operato della Porto Venere
Sviluppo e Valorizzazione Immobiliare Spa attualmente causa di sprechi
economici ed esclusa dal controllo dei cittadini” e veniva prospettata la sua
liquidazione.