lunedì 24 settembre 2012

Una storia contemporanea: il polpo amputato (e ingessato)




Si sta discutendo in questi giorni alla Spezia in assemblee e dibattiti una Delibera del Comitato Portuale che contiene due decisioni fortemente condizionanti per il futuro del Porto, del Golfo e di tutta la città: la concessione dei moli portuali per oltre 50 anni ad un imprenditore privato, la Contship, e la realizzazione di nuove banchine e interramenti per una superficie pari a più di venti campi di calcio. (Nella prima immagine la situazione attuale, nella seconda i riempimenti previsti.)


Pubblichiamo questa nota degli architetti Giorgio Pizziolo e Rita Micarelli, membri del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Posidonia, sul futuro del nostro Golfo alla luce di queste decisioni.

Il polpo è un animale intelligente, sensibile ed amichevole.
Le sue modalità di stare e di vivere sono comparabili con molte città di mare, ed in particolare anche con La  Spezia.
I  polpi hanno una loro tana, dalla quale si affacciano con i loro tentacoli, ed hanno un ampio habitat circostante per la loro sopravvivenza.
La città di mare (e La Spezia in particolare)  ha anch’essa la sua nicchia (ecologica) di riferimento,  tra le colline ed  il mare, ed ha un più ampio habitat di sopravvivenza, costituito dal Golfo. 


In questo contesto per il polpo gli otto tentacoli sono essenziali per molteplici funzioni. Analogamente, per la città  di mare, tutte le infrastrutture a mare, i moli,  e tutte le infrastrutture che sono in rapporto al mare, al porto, al golfo, sono essenziali, sia per le sue attività marine, sia per la città stessa, nel rapporto terra/mare. Tra la città e i moli non c’è quindi differenza, essi sono un tutto organico, un prolungamento urbano in mare, un ingresso del mare in città.
E nel contempo, come nel caso della Spezia, il Golfo è l’habitat complessivo dove la città può vivere e respirare. Anche in questo caso di nuovo i moli e le attrezzature hanno una funzione di relazione poiché divengono  un tramite, questa volta, tra Città e Golfo, proprio attraverso questi luoghi di intermediazione.

 La recente operazione di “Privatizzazione” di fatto dei moli, così come del resto è stato  per la precedente operazione dell’ Water Front, sono tutte modalità di appropriazione  di parti essenziali della città e del golfo, anzi sono la distruzione dei rapporti attivi tra la città ed il suo contesto e del suo habitat, e privano i cittadini di una parte strategica del loro ambiente di vita. Essi infatti non vivono più la loro città come una città di mare, e il golfo sarà a sua volta una realtà separata. Se poi si tiene conto che il golfo sarà sempre più un bacino di servizio ad una nautica di trasporto pesante con livelli di inquinamento impressionante, ci si rende conto che il futuro, per oltre 50 anni, sarà quello di  stare in un luogo frazionato, con ogni settore separato ed isolato, con la città a terra chiusa in se stessa come una qualunque periferia di fondovalle, il porto e i moli funzionali solo a  dinamiche tecnologiche, rigidamente comandati ed esclusivi, ed un golfo come contenitore  di un liquido sempre più mortale.
E’ come se al nostro polpo  avessero tagliato i tentacoli. Il Polpo Spezia soffrirà per i prossimi 50 anni e più e morirà esausto forse molto prima.

I cittadini forse non se ne rendono conto e non percepiscono questa atroce fine della loro città e del loro Golfo, questa sorta di tortura urbana all’ambiente di vita spezzino.
Ma dovrebbero ripensarci anche tutti quelli che, con incredibile velocità e senza alcuna trasparenza, hanno autorizzato e reso possibile questa sciagurata decisione.
E  sarebbe anche interessante che qualcuno verificasse  (se non è già stato fatto) se , come in tutte le gare pubbliche, anche in questa si fossero accertate le condizioni del rispetto delle leggi antimafia.

A cura dei difensori dei Polpi e della Posidonia.

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