mercoledì 25 febbraio 2015

Osservazioni al progetto di Adeguamento Tecnico Funzionale e alla richiesta di concessione di ulteriore spazio acqueo presentato all'Autorità Portuale da Marina del Fezzano S.r.l.

Al Fezzano, comune di Porto Venere, è presente dal 2001 un porticciolo turistico denominato “Marina del Fezzano”. Il borgo del Fezzano è all'interno della diga foranea, quindi del porto della Spezia, e le sue acque sono sotto la giurisdizione dell'Autorità Portuale. La proprietà del Marina ha presentato in A.P. un progetto di “Adeguamento Tecnico Funzionale” al quale l'Associazione Posidonia (che ha avuto i documenti dietro richiesta all'A.P., documenti che sono a disposizione presso la sede dell'Associazione) ha presentato Osservazioni entro i termini di legge. Questo progetto, che a nostro parere non rispetta le norme e le procedure di legge, appare anche paesaggisticamente molto invasivo e per nulla rispettoso del luogo che verrebbe soffocato e asservito a questa sola attività.
Alle Osservazioni hanno lavorato nostri soci, principalmente Marco Grondacci, Giorgio Pizziolo, Gianfranco Berghich (che è anche membro del Direttivo della sezione Lunense dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri), Gabriella Reboa e molti altri che hanno dato indicazioni, consigli e supporto. Ha dato un importante contributo il nostro amico Corrado Cucciniello dell'Associazione dei Comitati Spezzini. Le Osservazioni sono poi state ritenute meritevoli di apprezzamento e condivisione e hanno firmato con noi le Associazioni Legambiente e ItaliaNostra. A tutti un sincero ringraziamento.
Riportiamo per intero queste Osservazioni.


 

Fezzano 23 febbraio 2015

OGGETTO: Osservazioni all'istanza per l'assentimento in concessione di un ulteriore
specchio acqueo presentata da Marina del Fezzano S.r.l. in data 4/12/2014 protocollo n. 16768
dell'Autorità Portuale della Spezia

Le presenti Osservazioni si dividono in Osservazioni Procedurali e Osservazioni Paesaggistiche e si
sviluppano seguendo i punti indicati:

Osservazioni procedurali
1) Relazione Tecnica e Relazione Paesistico-Ambientale allegate al progetto presentato
2) S.I.R. Pitelli. Rapporto ICRAM
3) P.R.P.: ambito 2 “Seno di Panigaglia”. Cerchi di sicurezza dello stabilimento GNL Italia
4) P.R.P.: ambito 3 “Seno di Fezzano”
5) P.U.C Comune di Porto Venere
6) Legge regionale sulla VIA
7) Linee guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

Osservazioni paesaggistiche
8) Viabilità e inadeguato numero parcheggi
9) Passerella in ghiaia cementata progettata lungomare e antica viabilità
10) Consumo di mare, mutamento del paesaggio, eliminazione dei coni marini liberi e alterazione
dell'equilibrio tra la terra e il mare
11) Conclusioni
Le presenti Osservazioni constano di n. 14 pagine con inserimenti di immagini

Punto 1. Relazione Tecnica e Relazione Paesistico-Ambientale allegate al progetto presentato
La Relazione Tecnica e la Relazione Paesistico-Ambientale allegate al progetto presentato sono molto scarne e per nulla esplicative dei passaggi e degli studi eseguiti nell'elaborazione del progetto stesso. Contengono informazioni molto generiche e sono pressoché identiche.
Nella Relazione Tecnica, ed anche in quella Paesistica, l'intervento viene definito “Adeguamento Tecnico Funzionale del progetto autorizzato con Decreto A.P, 3077 del 15.04.2009” e le modifiche sono definite “”non sostanziali”. Riteniamo questa definizione riduttiva e impropria visto che si tratta di un quasi raddoppio dello spazio a mare in concessione (vedi punti 10 e 11 di queste Osservazioni). Riteniamo inoltre che la dicitura “Adeguamento Tecnico Funzionale..” potrebbe essere fuorviante, anche nei confronti degli Enti e dei tecnici che devono accogliere e esaminare il progetto.
Vengono poi descritte in modo sommario le Opere a mare giustificando il progetto proposto sia come messa in sicurezza del seno del Fezzano sia come adeguamento alle “sostanziali modifiche avvenute negli ultimi anni nella composizione della flotta da diporto”. Non viene citato nessuno studio e nessuna analisi statistica che convalidino queste affermazioni.
Analogamente si afferma che “la nuova configurazione non altera l'ecosistema marino trattandosi di pontili galleggianti che non ostacolano il naturale movimento delle acque” senza portare nessuno studio a riprova di quanto affermato.
Nella Relazione Tecnica si fa generico riferimento alle normative vigenti solo per affermare che il Progetto presentato non confligge con esse (vedi punti 3, 4, 5, 6 e 7 di queste Osservazioni)
Nella Relazione Paesistico-Ambientale si valuta l'effetto conseguente alla realizzazione dell'opera come nullo: “nessun effetto percepibile (essendo la baia già caratterizzata con pontili galleggianti) sarà conseguente alla realizzazione dell'opera”. Si tratta, ripetiamo, di un quasi raddoppio dello spazio acqueo: 74.088,56 mq di progetto contro i 39.571,02 attuali. Difficile pensare che non ci sarà
nessun effetto percepibile” (vedi punto 10 di queste Osservazioni).
Non viene allegato nessuno studio di impatto ambientale né alcuna relazione paesaggistica a supporto della creazione della “passeggiata bordo banchina e collegata lungo il mare alla scala esistente a margine della baia di Panigaglia”. Rispetto a tale opera si dice solo che favorirà ulteriormente la “fruizione pubblica (opportunamente regolamentata)” e si precisa quale materiale verrà impiegato: “ghiaia cementata” (vedi punto 9 di queste Osservazioni).
In conclusione sugli aspetti paesaggistici si osserva che il documento intitolato “Relazione Paesistico Ambientale”, non rispetta i parametri della normativa di riferimento, il DPCM 12 Dicembre 2005. Secondo il DPCM i criteri per la redazione della relazione paesaggistica devono essere i seguenti:
- lo stato attuale del bene paesaggistico interessato;
- gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonché le eventuali presenze di beni culturali tutelati dalla parte II del Codice;
- gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte;
- gli elementi di mitigazione e compensazione necessari.
Deve contenere anche tutti gli elementi utili all'Amministrazione competente per effettuare a verifica di conformità dell'intervento alle prescrizioni contenute nei piani paesaggistici urbanistici e territoriali ed accertare:
- la compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo;
- la congruità con i criteri di gestione dell'immobile o dell'area;
- la coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica.


Punto 2 S.I.R. Pitelli. Rapporto ICRAM
Nelle relazioni presentate, Tecnica e Paesaggistica, non si fa nessun riferimento al fatto che il progetto ricade all'interno della perimetrazione del S.I.R. di Pitelli, sito per il quale è stato presentato da Icram un dettagliato studio sugli inquinanti presenti.
Il progetto di bonifica del Golfo della Spezia, redatto nel 2003/2004 da Icram (oggi Ispra), contiene gli esiti analitici dei carotaggi effettuati nei fondali della rada spezzina e la mappatura degli inquinanti sino ad una profondità di -3 metri.
Per l’ area interessata dal progetto lo studio riporta la presenza di inquinamento da mercurio e da TBT rispettivamente agli strati 50-100 cm e 100-200 cm, come è possibile verificare nella prima immagine
I nuovi moli galleggianti dovranno essere fissati al fondale con pali vibroinfissi (come riporta la relazione). In quella zona il fondale costituito da pelite sabbiosa e, ripetiamo, ricade nella perimetrazione del SIR di Pitelli. Ogni intervento all’ interno di detta perimetrazione deve scontare l' approvazione della Conferenza dei Servizi gestita dalla Regione essendo il Comune di Porto Venere sotto gli 8.000 abitanti.
L’area dedicata alla nautica da diporto, come risulta dalle immagini 2 e 3 ricade su due aree ad alta tossicità: il seno del Fezzano (metalli pesanti e TBT) e quello di Panigaglia (Cadmio, IPA, Cobalto, Stagno).
Si fa inoltre notare che l’ ampliamento previsto dal progetto favorirà un incremento del traffico nautico in uno specchio di mare i cui fondali risultano particolarmente inquinati e dove Icram – ben 11 anni orsono- raccomandò di intervenire con celerità o quanto meno in modo prioritario.
E’ dunque necessario tenere nel giusto conto l’ incombenza di tale raccomandazione.


Punto 3 P.R.P.: Ambito 2 “Seno di Panigaglia”. Cerchi di sicurezza dello stabilimento GNL
Italia
Il Piano del Porto attualmente in vigore nella costa occidentale del Golfo è quello del 2006. Per l'ambito 2 “Seno di Panigaglia” è scritto: “E' eliminata la compatibilità di una funzione nautica da diporto, anche se ubicata in zona esterna al “cerchio di danno” dell’impianto di rigassificazione esistente, in quanto comunque interessata da possibili rischi collaterali, così come previsto nel decreto di approvazione del Ministero dell’Ambiente”.
Il confine tra la superficie di mare richiesta in concessione, lato sud, si sovrappone esattamente alla
linea di demarcazione del Seno di Panigaglia e ha una distanza minima di 272, 95 metri dal pontile di ormeggio della gasiera e quindi dalla gasiera stessa. Il Piano di Emergenza Esterna dello stabilimento di Panigaglia non contempla il rischio derivante dalla nave gasiera in fase di scarico.
La Capitaneria di Porto di Chioggia nel “Regolamento di sicurezza e di polizia marittima del terminale marino Adriatic LNG” definisce Zona di Sicurezza un'area di forma circolare avente centro in corrispondenza del centro del terminale e raggio di 2000 metri entro la quale sono vietati il transito, l'ancoraggio, lo stazionamento, la pesca, le attività subacquee e qualsiasi altra attività.
Negli Stati Uniti il Sandia Report definisce Area coinvolta in caso di incidente una prima area circolare di 930 metri di raggio in cui, con un'esposizione di 17 secondi, prende fuoco la carta e una seconda area di raggio 1900 metri in cui un'esposizione di 30 secondi causa ustioni di secondo grado.


Punto 4. P.R.P Ambito 3 “Seno di Fezzano”.
Il P.R.P. propone la conservazione delle funzioni esistenti e ne promuove lo sviluppo ed il consolidamento, vincola specchi acquei interni alle attività diportistiche ed artigianali, con possibilità di installazione di strutture galleggianti, pontili a giorno, ecc.”
La Tavola A.03 del P.R.P. vigente riportata sotto definisce le dimensioni degli “specchi acquei destinati allo sviluppo di strutture galleggianti per la nautica da diporto e funzioni compatibili” interni alla baia del Fezzano: l'area più grande, quella davanti al porticciolo Marina del Fezzano si protende per 200 metri verso il largo ed ha una larghezza massima di 258,70 metri. Il progetto presentato ha dimensioni ben diverse: ha una estensione perpendicolare alla costa di 270 metri e una estensione parallela alla costa per 326 metri circa più ulteriori 180 del pennello frangiflutti.
Il Progetto di adeguamento tecnico funzionale è perciò in conflitto con il vigente P.R.P.

Punto 5 – PUC Comune di Porto Venere – Ambito R3.2 Abitato Fezzano est
Leggiamo: “L'obiettivo della disciplina è quello di mantenere sostanzialmente immutati i caratteri complessivi dell'insediamento in quanto vi si riconosce l'espressione di un linguaggio coerente ed un equilibrato rapporto con il contesto ambientale.
Sono consentiti interventi di limitata modificazione delle preesistenze e di contenuta integrazione dell'insediamento purché nel rispetto dei caratteri peculiari della zona e dei suoi rapporti con l'ambito paesistico”.
Gli strumenti urbanistici dei Comuni si occupano del territorio disciplinandone l'uso e le destinazioni. Fanno correttamente riferimento, come in questo caso, al “contesto ambientale” e a “l'ambito paesistico” riconoscendo al paesaggio una valore sovraordinato.
La Convenzione Europea del Paesaggio all'articolo 2 precisa: “La presenta Convenzione si applica a tutto il territorio delle Parti e riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati”.
Al paesaggio è riconosciuta una tale importanza per la vita dei cittadini da essere diventato centro di un articolo, l'articolo 9 della nostra Costituzione: “La Repubblica … tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Il degrado già presente nel nostro Golfo non può essere scusante per l'inserimento di opere che lo consoliderebbero e aggraverebbero.
Il Progetto presentato confligge quindi con il P.U.C. del Comune di Porto Venere laddove è posto come valore fondante il “rapporto con il contesto ambientale” e il “rapporto con l'ambito paesistico”.

Punto 6 - Legge regionale n. 38 del 30 dicembre 1998. Disciplina della VIA
Il progetto proposto è una modifica di porto turistico e rientra quindi nei casi previsti dalla Legge Regionale n. 38/1998 che disciplina l'applicazione della VIA.
Nell'allegato 2 della suddetta L.R. alla lettera h) si afferma che sono opere e impianti sottoposti a VIA Regionale i “Porti turistici e da diporto quando lo specchio d'acqua è superiore a 10 ha (100.000 mq) o le aree esterne interessate superano i 5 ha oppure i moli sono di lunghezza superiore ai 500 metri. Nel progetto di ampliamento presentato il molo frangionde galleggiante esterno è lungo 506,76 metri + un tratto di 160 metri perpendicolare a questo e in soluzione di continuità con questo. Quindi il progetto presentato può essere classificato, considerate le dimensioni dell’intervento. come un progetto nuovo sottoponibile a VIA Ordinaria.
Anche se non fosse applicabile l’allegato 2 sopra citato si osserva che alla lettera 10e) allegato 3 alla legge citata, si considerano sottoponibili a procedura di Verifica di VIA gli ampliamenti di porti esistenti. Per applicarsi la procedura di Verifica occorre rispettare il concetto di modifica sostanziale degli impianti/attività esistenti così come definito dalla norme tecniche attuative della LR citata. La DGR 394 del 1999 afferma che costituisce modifica sostanziale l’ampliamento di porti di cui alla lettera 10e) in quanto “variazione dello specchio acqueo interessato”.
Infine la lettera 10j dell’allegato 3 alla citata LR afferma che la procedura di VIA si applica alle “Opere costiere destinate a combattere l'erosione e lavori marittimi volti a modificare la costa mediante la costruzione, per esempio, di dighe, moli, gettate e altri lavori di difesa dal mare”. Nella Relazione Tecnica allegata al progetto è scritto: “Lo scopo primario del progetto è quello di mettere in sicurezza tutte le strutture presenti nella baia dal moto ondoso proveniente da Sud e Sud-est”. Si tratta quindi, oltre alle altre finalità sopra esposte, sotto il profilo della applicabilità della VIA, di un intervento (moli) a difesa dal mare.
La costruzione della “passeggiata di uso pubblico” si configura come una modifica della costa trattandosi di gettata in ghiaia cementata lungo gli scogli e la piccolissima spiaggetta esistente che, secondo quanto si vede nella Tavola 06, verrà del tutto coperta. Sulla questione della passeggiata si veda punto 9 di queste Osservazioni.

Punto 7 – Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha fissato dei principi per stabilire quando un progetto si configuri come semplice adeguamento tecnico funzionale e quando invece si configuri come variante al Piano Regolatore Portuale.
I parametri principali di queste Linee Guida applicabili all'intervento in oggetto sono:
- l'adeguamento tecnico deve mantenere la stessa destinazione funzionale. Questo parametro è rispettato perché rimane l'uso turistico urbano
- le modifiche, pur non producendo nuove destinazioni funzionale, non devono modificare in modo sostanziale i singoli elementi panificati in modo né assoluto né relativo. Questo parametro appare messo in discussione dal progetto che stiamo esaminando considerato che si parla di pontili frangionde ad alto dislocamento, cioè di modifiche rilevanti nella forma e nella lunghezza dei moli
- le modifiche proposte non devono produrre nuovi carichi urbanistici e ambientali. Il progetto presentato prevede un notevole ampliamento della concessione demaniale a mare, quasi un raddoppio, e la costruzione di nuovi moli per 751,76 metri lineari. Rappresenta quindi un carico urbanistico e ambientale notevole, come meglio specificato ai punti 10 e 11 di queste Osservazioni.
Il Progetto presentato si configura quindi come variante al vigente P.R.P. e come tale deve essere assoggettato a VAS.
Non solo ma sotto il profilo più generale relativamente alle prescrizioni di attuazione del PRP ambito per ambito, si osserva che il Consiglio Regionale nella delibera di approvazione del PRP, sulla base della definizione del PRP come Piano quadro, aveva stabilito che che per ogni ambito deve essere presentato uno Strumento Urbanistico Attuativo (schema di assetto urbanistico) che definisca a livello puntuale le destinazioni funzionali dei diversi ambiti del PRP compreso quello del porto commerciale (ambito 6). Ognuno di questi strumenti urbanistici deve quindi essere oggetto di valutazione specifica del relativo impatto ambientale per ambito e per somma di ambiti.
Quindi sotto il profilo procedurale:
1. gli ambiti di attuazione del PRP devo essere rivalutati sotto il profilo della sostenibilità come fossero strumenti urbanistici e non insieme di progetti
2. bisogna valutare in particolare il rischio di impatto cumulativo che potrebbe determinarsi tra i diversi ambiti.
Non risulta che per l’ambito interessato dal progetto oggetto delle presenti osservazioni sia stata seguita la suddetta procedura. Questo renderebbe ancor più necessaria una procedura di verifica di VAS a prescindere dalla questione sopra esposta della variante al PRP.

Punto 8 – Viabilità e inadeguato numero parcheggi


La viabilità di accesso al porticciolo (tratteggio in rosso nell'immagine) si diparte dalla strada napoleonica per Porto Venere, attraversa una parte di via Gallotti e passa attraverso la località Valletta, un agglomerato storico del paese del Fezzano con presenza di unità edilizie riconosciute con valori testimoniali dal P.U.C. Lo stesso P.U.C. riconosce come valori “quelli architettonici propri del patrimonio storico. In particolare costituiscono elementi di valore da sottoporre a particolare tutela i caratteri storici dell'edificato”.
La variante al P.T.C. della costa al capitolo 6 (D.G.R. n. 936 del 20.07.11) relativamente alla viabilità prevista per i porti turistici scrive: “Dal punto di vista funzionale è sufficiente che essi siano collegati al sistema viario esterno in modo tale da evitare intralci e punti di conflitto con la viabilità esistente”.
La viabilità esistente, proprio per il valore storico e paesistico dei luoghi attraversati, non è in grado di sopportare un carico ulteriore di traffico né un numero più elevato di parcheggi.
Il progetto presentato prevede di mantenere inalterato a 238 il numero di posti barca prevedendo numero di parcheggi pari a 143, cioè al 60% dei posti barca. Se anche il numero dei posti barca rimanesse realmente invariato, già così il numero di parcheggi sarebbe totalmente inadeguato. Si verificano frequentemente ogni estate situazioni di disagio per gli abitanti con macchine che non trovano posto nel piazzale del porticciolo e vengono parcheggiate all'esterno, in paese, in modo disordinato sopra i marciapiedi con disagi per gli abitanti e i frequentatori del luogo. La situazione sarebbe aggravata dall'aumento delle dimensioni delle barche e quindi dall'aumento sia del numero dei componenti l'equipaggio sia del numero di passeggeri. Si fa poi notare che il campo sportivo non è aperto durante tutta la stagione estiva ma solo durante due momenti, della durata di pochi giorni ciascuno, in cui c'è maggior afflusso di visitatori in paese con conseguente necessità di parcheggi: in occasione della festività del Patrono e in occasione della festa della Borgata Marinara.
Pertanto gli 11 parcheggi che il Piano prevede nel Campo sportivo non possono essere conteggiati rendendo ancor più inadeguato il numero di parcheggi previsti.

Punto 9 – Passerella in ghiaia cementata progettata lungomare e antica viabilità
Il progetto di Adeguamento tecnico-funzionale presentato dal Marina del Fezzano propone, tra le altre cose, la creazione di una passeggiata a mare, costituita da una banchina in cemento armato con piano di calpestio in ghiaia cementata della larghezza di circa quattro metri
Questa passeggiata, partendo dall’attuale passerella che unisce la terraferma con i pontili, si prolunga lungo la costa fino ad arrivare sotto l’edificio di proprietà Snam (GNL Italia) denominata “Ca’ Bertocchi” per congiungersi, infine, con una scalinata collegata ad un percorso pedonale preesistente che si trova ad una quota più alta di circa tre metri
Il lembo di costa in esame oggi risulta essere caratterizzato da macchia mediterranea e da piccole calette composte da spiagge in ghiaietto e ciottoli raggiungibili via terra attraverso l’antico percorso pedonale citato pocanzi
A livello paesaggistico esso rappresenta uno dei pochi tratti di costa ancora perfettamente conservati
nella loro conformazione originale presenti nel ponente del golfo della Spezia. La creazione di questa banchina, oltre che cancellare completamente il delicato ecosistema marino, snaturerebbe anche l’immagine della punta deturpandone irrimediabilmente la linea di costa.
Questo intervento, inoltre, sarebbe in contrasto con quanto dichiarato dai progettisti nella relazione
tecnica e paesistica del progetto in esame in cui si legge che “nessun effetto percepibile… sarà conseguente alla realizzazione dell’opera” che anzi ne migliorerà “l’aspetto paesistico ed ambientale”.
La sua creazione inoltre risulterebbe anche in contrasto con il PUC vigente nel Comune di Portovenere. Infatti questo tratto di costa si trova compreso nel sub ambito R3.6 da cui si può evincere che l’area in oggetto “ha eminente valore paesistico” dove “obiettivo è quello di conservare inalterata … la situazione attuale per quanto riguarda i rapporti quantitativi e qualitativi tra l’insediamento esistente e il contesto paesaggistico nel quale esso si colloca”.
Si ricorda che la viabilità costiera che collegava La Spezia con Portovenere prima del XVIII° secolo, cioè prima della costruzione della strada napoleonica, attraversava la baia di Cadimare fino ad arrivare tramite una breve salita a Fezzano alto. Da qui riscendeva a mare, passando attraverso gli edifici della “Valletta” sotto un archivolto ancora esistente (mappale 283 nella mappa catastale del 1967), per poi proseguire verso punta Gambarello. attraversando l’attuale Marina del Fezzano. Con la militarizzazione della baia di Panigaglia conseguente alla costruzione della polveriera e, soprattutto, dopo la costruzione del rigassificatore, il sentiero ha perso la sua funzione di collegamento con Punta Pezzino, e quindi con Le Grazie e Porto Venere, rimanendo come valore testimoniale per un breve tratto che, attraversando una proprietà privata, giungeva fino al confine del territorio Snam. Fino alla fine del secolo scorso nel tratto immediatamente successivo all'archivolto il sentiero costeggiava la parte posteriore del Cantiere che aveva sede nella parte est dell'abitato del Fezzano, dove ora ha sede il Marina del Fezzano. In questo breve tratto il percorso è stato deviato più volte per la costruzione di infrastrutture ad opera prima del cantiere navale e poi, dopo il 2001, della Marina del Fezzano.


La definitiva collocazione del sentiero, ad uso esclusivamente pubblico, come descritto nel PUC, avvenne dopo la costruzione del nuovo capannone, deviando il percorso più a monte sul confine della proprietà della Marina. Al punto R3.3 del PUC del Comune di Porto Venere, ambito Fezzano parte est, indirizzo Riqualificazione, leggiamo: “In origine l'area era attraversatra dalla strada verso Panigaglia in continuità con la provenienza dai nuclei storici del Fezzano; la crescita del Cantiere ha inglobato l'area della strada deviandola dietro la massiccia costruzione principale”. (La situazione riportata nell'immagine è quella del 2000)
Da questo punto in poi il sentiero, costeggiando le mura del giardino della villa che domina la punta, si immetteva nel terreno oggi di proprietà GNL Italia.
Nel 2007 il Comune di Porto Venere ha firmato con la GNL Italia una Convenzione per un “Intervento di recupero paesistico-ambientale di aree demaniali marittime ed annesse aree GNL Italia ubicate in località Panigaglia” con la quale la società si impegna “a concedere in comodato gratuito a favore del Comune l'area di circa 2432 mq prospiciente e sottostante l'immobile denominato Ca' Bertocchi”. Nell'ambito di questo intervento di recupero è stata costituita anche una servitù permanente di passaggio pubblico per la parte di sentiero che attraversa la proprietà privata.
Questo percorso, che ricalcherebbe a tre metri di quota la passeggiata in progetto, presenta ancora intatto naturalisticamente e paesaggisticamente quello che doveva essere l’assetto dell’antico percorso.
La creazione di una nuova passeggiata direttamente sulla costa, renderebbe obsoleto l’antico tratto viario riducendone, quindi, la fruibilità e l’importanza. Difatti esso rappresenta un “unicum” ancora perfettamente conservato di un tratto di percorso che collegava La Spezia con Portovenere, ricco di potenzialità naturalistiche, storiche e paesaggistiche che dovrebbero, invece, essere potenziate.
Il sentiero esistente sopra la progettata passerella deve essere mantenuto come passeggiata pedonale pubblica di tipo naturalistico dalla quale accedere alle spiaggette sottostanti, riguadagnando cosi una balneabilità perduta, o perlomeno, visto che si tratta di area interna alla diga foranea, a una zona a disposizione dei cittadini per l'elioterapia.

Punto 10
Consumo di mare, mutamento del paesaggio, eliminazione dei coni marini liberi e alterazione
dell'equilibrio tra la terra e il mare.
Il progetto presentato prevede un quasi raddoppio dello spazio a mare in concessione e si configura come un vero e proprio consumo di mare. Già con la situazione attuale la baia del Fezzano è quasi scomparsa, è evidente dall'immagine l'alterazione dell'equilibrio tra la terra e il mare.
Già ora i pontili si protendono verso il centro del Golfo e si allungano davanti al paese che appare soffocato e privato del suo rapporto, anche visivo, con il mare.
Sono sempre più esigui i tratti di costa liberi da attracco natanti, e sempre più ristretti i “coni marini”, materiali e visivi, liberi da imbarcazioni, dove il rapporto terra/mare è ancora diretto, ecologicamente garantito, paesisticamente attivo sia da terra che da mare.
Il mantenimento dei “coni marini” è invece una condizione che deve essere assolutamente garantita, non per una sua difesa astratta o ideologica, ma per potere consentire, ad abitanti ed utenti (turisti), un rapporto terra/mare di cui siano protagonisti e sperimentatori diretti in ogni stagione dell’anno, nella logica di potere fruire di un “Ambiente di Vita” ricco e qualificato.
Tale condizione, sempre più rara ovunque, ma in particolare entro il Golfo della Spezia, va garantita per il suo valore economico ed ecologico, proprio perché bene sempre più prezioso ed introvabile.


Punto 11 – Conclusioni
L'intervento proposto altera totalmente i rapporti tra Borgo, costa e mare introducendo un'opera che si configura come una gigantesca urbanizzazione a mare, di dimensioni che saranno più grandi del
Borgo stesso, protraendosi in mare oltre il profilo delle coste. Diventerà prevalente, se non totale, l'alterazione dell'equilibrio, sia nei confronti della costa che del Golfo, Golfo che nonostante tutto mantiene elementi di grande rilevanza paesistica.
L'entità e la collocazione geografica e strategica di questo intervento renderebbero il Borgo totalmente subalterno e succube del nuovo porto, non solo sotto il profilo paesistico e dell'ambiente di vita, ma anche sotto il profilo dei servizi, del traffico e, più in generale, dell'intera economia turistica. Quest'ultima sarà condizionata completamente dal mega-porticciolo, creando per il paese una dipendenza sia paesistica che economica.
Per quanto detto in questo e nei punti precedenti l'intervento non può essere definito “adeguamento tecnico funzionale a un progetto autorizzato” ma, per la sua natura, collocazione e entità si tratta di un Nuovo Progetto. Come tale costituisce variante al P.R.P. ed è assoggettabile a VAS.

Per tutti i motivi sopra esposti osserviamo che la procedura semplificata ai fini della valutazione e approvazione del progetto in oggetto non corrisponda a quanto previsto dalla vigente normativa in materia.
Chiediamo quindi l’avvio di una nuova procedura secondo gli indirizzi sopra esposti.

Firmano:
Per Associazione Posidonia il Presidente Gabriella Reboa
Per Associazione Comitati Spezzini il Presidente Corrado Cucciniello
Per Associazione ItaliaNostra onlus La Spezia il Vice Presidente Serena Spinato
Per Istituto Internazionale Studi Liguri Sezione Lunense il Presidente Eliana M. Vecchi
Per Associazione Legambiente Liguria onlus il Vice Presidente Stefano Sarti

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