lunedì 30 settembre 2013

Note alle Linee Programmatiche dell'Amministrazione Comunale di Porto Venere

Nel Consiglio Comunale del 25 settembre sono stati presentati dalla nuova Amministrazione di Porto Venere le Linee programmatiche di mandato per la legislatura 2013-2018 e il Piano generale di Sviluppo.
E' un piano molto ambizioso che contiene i presupposti per un cambiamento del volto di Porto Venere e degli altri due borghi facenti parte del territorio comunale. E' un piano decisamente rilevante che condizionerà sicuramente il futuro della comunità che vi abita e che forse avrebbe dovuto essere coinvolta in un progetto di tale portata. Come Associazione stiamo organizzando una giornata di studio su “trasparenza e partecipazione nella pubblica amministrazione” e in questo lavoro pensavamo di coinvolgere non solo i cittadini interessati ma in particolare amministratori, consiglieri e quanti, impiegati, responsabili, dirigenti della pubblica amministrazione che da un simile confronto potrebbero trovare interessanti spunti di riflessione per il proprio lavoro.
Il sindaco Cozzani, in particolare si è dimostrato estremamente interessato al nostro progetto ma le modalità attraverso cui il Piano generale di sviluppo per il comune di Porto Venere sono venute alla luce ed il modo in cui sono state rese pubbliche non ci fanno sperare nulla di buono, e neppure nulla di nuovo.

 
Nelle Linee programmatiche di mandato alla trasparenza è dedicato un paragrafo, per l'esattezza 8 righe, e nel cronoprogramma è prevista una “giornata della trasparenza” (?) nella prima metà di ogni anno, dal 2014 al 2018, mentre alla partecipazione non è dedicato neppure quello spazio. Viene qua e là utilizzato il termine “condiviso”. Sinceramente non ci sembra eccessivo utilizzare il temine “ridicolo” per un simile trattamento e non ci sembra molto diverso dal “vi informiamo su cosa abbiamo deciso” della precedente amministrazione. La trasparenza, e la partecipazione, sono a nostro avviso le fondamenta di una buona amministrazione, non possono essere confinate in un capitolo o in una giornata a se stante, collocazione che le rende nulla più di un obbligo formale mentre dovrebbero permeare ogni atto amministrativo. Ancora una volta i cittadini hanno dato una delega in bianco e devono credere fideisticamente che quella indicata dalle Linee programmatiche sia la via migliore.
Altra questione estremamente delicata che i documenti approvati nel Consiglio Comunale affrontano è la gestione dei beni pubblici.
In questi documenti si legge infatti l'intenzione dell'attuale amministrazione di dare in gestione a privati molti servizi tra cui tutto ciò che riguarda le attività legate al turismo e alla cultura. Ci sembra davvero poco lungimirante che un comune che esprime la maggior parte della sue potenzialità e delle sue capacità attrattive proprio nel turismo affidi a mani estranee la sua maggiore ricchezza. La motivazione che ha portato a questa decisione è solo economica: è chiaramente scritto che “partendo dalla considerazione che il pubblico in generale, e anche il nostro comune non è un'eccezione in questo campo, non è in grado di gestire al meglio” si ritiene opportuno dare in gestione a privati alcuni servizi pubblici.
Consideriamo molto grave ed anche pilatesca la prima affermazione: il pubblico non è in grado di gestire al meglio. E' vero, veniamo da esperienze decisamente sconfortanti, ma ci sono in Italia molti esempi di buona gestione ai quali ci si può ispirare e, perché no, dai quali si può imparare. Consideriamo soprattutto grave che un'amministrazione rinunci al suo ruolo politico di guida di una comunità, rinunci ad avere una visione strategica sullo sviluppo di questa comunità, visione che non può e non deve essere esclusivamente economica. Riteniamo sia contraddittorio affermare che “il compito della politica è sempre più quello di avere una “visione” strategica del futuro del proprio territorio” e poi affidare la gestione o, meglio, lo sfruttamento di questo territorio a privati che offrono “maggiori garanzie di imprenditorialità”, considereranno cioè il territorio alla stregua di una merce da cui ottenere il massimo guadagno possibile.
Pensiamo che questa sia una visione miope, incapace di guardare oltre l'obbiettivo immediato che è quello di fare cassa non importa come.
Il territorio con tutto ciò che rappresenta non ha solo un valore economico ma anzitutto culturale ed è compito prioritario di una buona amministrazione quello di rendere i propri concittadini consapevoli del valore del territorio che abitano. Dare ai cittadini questa consapevolezza significa consegnar loro l'opportunità di crescere e far crescere anche le generazioni a venire conservando e tutelando il territorio come il bene comune più prezioso, l'unico in grado di assicurare opportunità economiche e di sviluppo per la comunità che lo abita, assicurando così anche il mantenimento della comunità stessa.
Nelle Linee programmatiche è scritto anche che “sarà valutata la possibilità di vendere alcuni beni immobili ormai scarsamente utilizzati”. Riteniamo non ci sia motivazione economica che giustifichi il fatto che un sindaco, e quindi un'amministrazione, pro tempore possano alienare beni di proprietà della comunità. Il guadagno che si potrà ottenere da queste vendite darà a noi una ricchezza effimera, momentanea, ma lascerà ai nostri figli un territorio impoverito e rapinato.



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