Del Peep abbiamo già trattato in
questo blog qui ma pensiamo sia
utile riprendere i concetti e le
obiezioni principali
Il PEEP dovrebbe avere finalità sociali per agevolare
soggetti in difficoltà abitativa e incentivare le giovani coppie con basso
reddito a rimanere sul territorio impedendo così l’abbandono dei borghi. Ci era
stato detto che era necessario costruire queste case perché risultava da
un’indagine (ma non sappiamo quale, commissionata da chi e in quale data) che
un gruppo di persone (che devono avere “residenza anagrafica o attività
lavorativa nel Comune di Porto Venere” come dice il Regolamento Comunale per
l’assegnazione di aree edificabili residenziali comprese nel Piano per
l’Edilizia Economica e Popolare approvato con Deliberazione di C.C. n. 15 del
22 aprile 2004 e attualmente in vigore) ne aveva necessità.
C'è stata quindi
una gara tra cooperative e due hanno avuto in assegnazione le aree previste nel
PUC. Immediatamente dopo aver avuto le aree una di queste cooperative ha
pubblicizzato queste nuove costruzioni in ambienti commerciali cercando
acquirenti. Ribadiamo i nostri dubbi:
-
se il numero dei soci deve essere, al momento
dell’assegnazione delle aree, pari al numero di alloggi da realizzare (art. 6
del regolamento comunale), perché le case sono state pubblicizzate e si sono
cercate persone da associare, e alle
quali poi assegnare gli alloggi, dopo che il Comune aveva proceduto
all’assegnazione delle aree e quindi già valutato i requisiti delle
Cooperative partecipanti?
- la corrispondenza e veridicità delle
dichiarazioni sui requisiti richiesti ai soci delle cooperative non avrebbero
dovuto essere valutate dalla apposita commissione alla data di assegnazione
delle aree?
I prezzi di
questi appartamenti sono molto vicini a quelli del libero mercato, da un minimo
di 350.000 euro circa per circa 70 mq alle Grazie, mentre al Fezzano
“trattandosi di villette mono o bifamiliari con giardino e garage, il costo
sarà notevolmente superiore”. Evidentemente un prezzo non sostenibile da tutti,
soprattutto non da quelle coppie giovani che si vorrebbe trattenere sul
territorio.
Nonostante le
proteste di cittadini, e della nostra Associazione, che hanno chiesto più volte
che venissero fugati i dubbi su irregolarità, per esempio rendendo pubblico
l'elenco dei soci al momento dell'assegnazione delle aree, pubblicazione
negata, l'Amministrazione Comunale procede ed ha avviato l'adozione di una
variante che permetterà di costruire una strada che, come è scritto nella
Delibera del Consiglio Comunale, che cita il parere della Commissione edilizia
e della Commissione per il paesaggio,
consente di garantire l’accessibilità sia carrabile che pedonale alla zona di
crinale, anche per abitazioni diverse da quelle costruende.
La zona
interessata da queste costruzioni PEEP, a ridosso dell’ultima punta rimasta
intatta nel martoriato territorio del comune di Portovenere, confina con i
terreni acquistati dalla Snam negli anni sessanta per costruire il
rigassificatore nella baia di Panigaglia. Su questa punta si trovano tre
edifici di alto valore storico, risalenti al XIII-XIV secolo, uno di questi era
stato poi trasformato in Torre di guardia nei secoli XVII-XVIII. La nostra
Associazione, insieme all’Istituto Internazionale di Studi Liguri, ha chiesto
venga posta sotto la protezione della Sovrintendenza della Liguria tutta
l’area adibita a verde boschivo compresa nella Punta Panigaglia unitamente ai
tre edifici.
La strada
proposta nella variante arriva proprio a questi manufatti in terreno di
proprietà Snam e il nostro timore è che questo sia il vero scopo della
variante, favorire una prossima “riqualificazione” di queste costruzioni,
magari con il criterio usato per un altro intervento della Società, quello di
Ca’ Bertocchi, antica casa in pietra completamente demolita e ricostruita in un
“moderno” che non ha nulla a che vedere con lo stile dei luoghi.
Ricordiamo infine
che il Comune di Porto Venere è uno dei tanti Comuni della Liguria che non
hanno risposto al censimento sugli immobili sfitti o inutilizzati.
La nostra
Associazione ha chiesto e ottenuto la documentazione relativa a questa variante
al PUO e faremo osservazioni. Chi fosse interessato a partecipare alla stesura
di queste osservazioni può mettersi in contatto con l’Associazione scrivendo a posidoniaportovenere@libero.it oppure
venendo presso la sede negli orari di apertura.
RispondiEliminaCertamente anche queste domande rimarranno inevase, come tutte le altre, data la nota sordità dell'Amministrazione Comunale di Porto Venere. Alla quale Amministrazione suggerisco, in previsione della prossima campagna elettorale, di aggiungere al "Parla con noi" un onesto "...tanto non vi risponderemo mai".
Ma noi continueremo a farci domande e a pretendere risposte perchè vogliamo credere che le cose possano cambiare. "Cambiare si può" recita lo slogan di un nuovo movimento politico: auguriamoci che sia davvero così e che il 2013 porti un rinnovamento positivo per chi crede nella salvaguardia dell'ambiente,nella trasparenza degli atti e nella politica partecipata.
Buone feste a tutti.
Ci vuole un esposto alla magistratura.
RispondiEliminae un successivo ricorso al TAR per bloccare tutto.
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