venerdì 7 settembre 2012

Paesaggio, alle origini dello scempio


La nostra amica e socia Sandra Allori ha inviato nei giorni scorsi la lettera che leggete sotto ai giornalisti Corrado Augias e Marco Preve del quotidiano La Repubblica. La lettera è stata pubblicata il giorno 6 settembre nella rubrica Lettere, Commenti & Idee a pag. 26. Riportiamo anche la risposta di  Augias

Ho letto su Repubblica l'inchiesta di Gabriele Salari “Perdiamo terreno: l'Italia cementificata”, un'altra amara, precisa, documentata riflessione sullo scempio che da tempo sta avvenendo sul territorio italiano, da nord a sud, isole comprese. Sembra però che a poco servano sdegno, inchieste, denunce di molti giornalisti e uomini di cultura (da Preve a Settis, da Asor Rosa a Sansa), di associazioni ambientaliste, di comuni cittadini sensibili al problema.
Possibile che non si possa fare niente, possibile che si debba assistere impotenti a queste aggressioni al territorio così poco giustificabili?

Vorrei segnalare quello che sta, per esempio, accadendo a Porto Venere (La Spezia), non solo gioiello urbanistico, ma luogo designato dall'Unesco “patrimonio dell'umanità”: due storici alberghi chiusi, uno dei quali, il San Pietro, ingabbiato da anni in impalcature arrugginite davanti all'omonima, splendida, Chiesa medievale e, in compenso, nuove strutture alberghiere che stanno sorgendo devastando e alterando paesaggi e zone di particolare interesse.
Questo è un esempio significativo di quello che avviene a livello nazionale e credo sia lecito chiedersi se da parte delle nostre classi dirigenti ci sia soltanto, nella gestione del territorio, indifferenza o anche, talora, connivenza.
D'altronde già Calvino, in un romanzo del 1963 “La speculazione edilizia” diceva: “,,, in questo gioco sono sempre i peggiori che vincono”.
Da (ri)leggere!


Risponde Corrado Augias:
La signora Allori ha allegato alla lettera alcune foto di orribili manomissioni e negligenze. Non so chi sia il Sindaco di Port Venere, di chiunque si tratti qualcuno dovrebbe spiegargli di quale gioiello ha la responsabilità e perché dovrebbe tutelarlo a tutti i costi.
Antonio Paolucci, direttore dei musei vaticani, intervenendo sul Corriere della sera (28 agosto u.s.), ha avuto sullo scempio del territorio parole durissime che faccio mie: “Uno degli atti più sciagurati è stata la riforma del titolo V della Costituzione. La Repubblica, che dovrebbe tutelare il paesaggio, di fatto non è più una, diretta dal centro, ma un guazzabuglio di Comuni, Province, Comuni…. il più delle volte governati da personaggi mediocri”. Duole ricordare che quella Riforma è stata voluta dal Centrosinistra nel 2001. Una riforma malfatta dettata dall’urgenza politica di contrastare la Lega; vi si stabiliva che Regioni, Province e Comuni non hanno più un rapporto gerarchico bensì di parità con lo Stato, ampliando le loro competenze salvo quelle espressamente devolute allo Stato. Il risultato lo vediamo. Nessuno può dire quali sindaci o amministratori siano solo distratti o inconsapevoli, o troppo incolti per capire appieno le loro responsabilità, quanti non se la sentano di dire no agli abusi per ragioni elettorali, di amicizia, di parentela, quanti infine siano davvero conniventi o complici. La classifica non ha alcuna importanza. Importante è il risultato di un Paese scempiato da Nord a Sud che getta via spensieratamente il suo patrimonio più prezioso. Nel mondo globalizzato quasi ogni prodotto può essere imitato a costi sempre più bassi. Non il nostro patrimonio artistico di cui è parte il paesaggio. Ci sono voluti secoli per farlo e lo stiamo buttando via. 




1 commento:

  1. Da "La Repubblica" di oggi:
    http://genova.repubblica.it/cronaca/2012/09/09/news/portovenere_assedio_alla_collina-42201853/?ref=HREC2-5

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